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ACCADEMIA DEL CINGHIO
ACCADEMIA DEL CINGHIO
Antonio Monica, Carlo Mori, Giovanni Provenzali
Tre originali amici e artisti si ritrovano idealmente attraverso le loro opere e fanno rivivere alla Chaos ART GALLERY l’atmosfera dell’Accademia del Cinghio, negli anni ‘60 fucina creativa di cultura cittadina. Un amarcord dell’arte.
L’Accademia del Cinghio
Pochi lo sanno ma a Parma esiste anche l'Accademia del Cinghio. Ha sede poco distante dal torrente omonimo fra i legni compatti e preziosi del laboratorio di un mobiliere giustamente famoso. È nata dall'incontro quasi casuale della passione per la pittura di Antonio Monica, Carlo Mori, Giovanni Provenzali, Claudio Castagna e Alide Boschi e si è sviluppata con rigoglio, riempiendo l'improvvisato atélier con una ricca umanità che si rinnova ogni settimana, puntualissimamente.(…)
È un'accademia veramente un po’ strana. Ognuno ha il suo stile. Si dipingono gli stessi soggetti, ma secondo interpretazioni disparatissime. Con tutta tranquillità, buttando le critiche anche salaci l'uno al lavoro dell'altro. “Nessuno vuole vendere i quadri che fa. Tutto così va molto meglio” ha detto Provenzali. L'Accademia è nata dalla passione per la pittura di Antonio Monica e di Carlo Mori. Poi, piano piano, sono arrivati gli altri. Mancava solo il nome:l'Accademia del Cinghio.
(…)
Ogni tanto, a questi si aggiungono degli accademici improvvisati, lieti di utilizzare una mattinata festiva per lavorare in gruppo. Lieti di poter sfotticchiare, ed essere sfotticchiati, senza punte di cattiveria, lieti insomma di poter dipingere senza tanti patemi e senza tanti ipercritici alle spalle.
Ma la cosa più straordinaria di questa accademia di pittori della domenica, che non hanno nessuna difficoltà ad ammettere di essere tali, che anzi ci tengono a questo lavoro esclusivamente festivo in gruppo (nell’atélier con la brutta stagione, tutti insieme alla ricerca di un qualche scorcio gradevole all'aperto quando l'aria è calda e c'è il sole) è che i risultati sono ottimi. Molti dei cosiddetti “professionisti” vorrebbero poter mettere la loro firma sotto una delle opere dell'Accademia del Cinghio.
Dalla Gazzetta di Parma 4 marzo 1968
ACCADEMIA DEL CINGHIO
FONDAZIONE UCCIA FIENI e CHAOS ART GALLERY
sono liete di Invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra
Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma
Pochi lo sanno ma a Parma esiste anche l'Accademia del Cinghio. Ha sede poco distante dal torrente omonimo fra i legni compatti e preziosi del laboratorio di un mobiliere giustamente famoso. È nata dall'incontro quasi casuale della passione per la pittura di Antonio Monica, Carlo Mori, Giovanni Provenzali, Claudio Castagna e Alide Boschi e si è sviluppata con rigoglio, riempiendo l'improvvisato atélier con una ricca umanità che si rinnova ogni settimana, puntualissimamente.(…)
È un'accademia veramente un po’ strana. Ognuno ha il suo stile. Si dipingono gli stessi soggetti, ma secondo interpretazioni disparatissime. Con tutta tranquillità, buttando le critiche anche salaci l'uno al lavoro dell'altro. “Nessuno vuole vendere i quadri che fa. Tutto così va molto meglio” ha detto Provenzali. L'Accademia è nata dalla passione per la pittura di Antonio Monica e di Carlo Mori. Poi, piano piano, sono arrivati gli altri. Mancava solo il nome:l'Accademia del Cinghio.
(…)
Ogni tanto, a questi si aggiungono degli accademici improvvisati, lieti di utilizzare una mattinata festiva per lavorare in gruppo. Lieti di poter sfotticchiare, ed essere sfotticchiati, senza punte di cattiveria, lieti insomma di poter dipingere senza tanti patemi e senza tanti ipercritici alle spalle.
Ma la cosa più straordinaria di questa accademia di pittori della domenica, che non hanno nessuna difficoltà ad ammettere di essere tali, che anzi ci tengono a questo lavoro esclusivamente festivo in gruppo (nell’atélier con la brutta stagione, tutti insieme alla ricerca di un qualche scorcio gradevole all'aperto quando l'aria è calda e c'è il sole) è che i risultati sono ottimi. Molti dei cosiddetti “professionisti” vorrebbero poter mettere la loro firma sotto una delle opere dell'Accademia del Cinghio.
Dalla Gazzetta di Parma 4 marzo 1968
FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma
Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
tel. +39 366 300 1181
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
5xmille C.F. 92179610347
Donazioni IBAN IT40F0623012708000058176095
"A ciascuno il suo" I 100 di Marcheselli in mostra
FONDAZIONE UCCIA FIENI e CHAOS ART GALLERY
sono liete di Invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra
I 100 di Marcheselli in mostra
![Marcheselli](/images/22dic_A_ciascuno_il_suo_I_100_di_Marcheselli_in_mostra/INVITO_MARCHESELLI2.jpg)
a cura di Manuela Bartolotti, 17 dicembre 2022- 8 gennaio 2023,
Chaos Art Gallery, vicolo al Leon d’Oro 8, Parma
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
25 e 26 dicembre chiuso / 24 e 31 dicembre ore 10:00 - 12:30 / 1 e 6 gennaio ore 16:00 - 19:00
FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma
Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
tel. +39 366 300 1181
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"A ciascuno il suo" I 100 di Marcheselli in mostra
ALL’OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE
ALL’OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE
di Carlo Mezzi
Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici.
Sono gli affascinanti giardinieri che fanno fiorire la nostra anima
(Marcel Proust)
All’ombra delle fanciulle in fiore è il titolo del secondo volume della Recherche di Proust, il famoso capolavoro sulla memoria e sul riaffiorare del tempo perduto.
Guardando le opere di Carlo Mezzi, le suggestioni che sorgono alla mente sono quelle di un’eterna primavera, dell’evocazione della bellezza giovanile, di un mondo inondato di luce rifratta in una moltitudine di tinte brillanti. La sua pittura è palesemente impressionista, discendente da Monet, Renoir, sia nello stile che nei temi: paesaggi fioriti, marine, piccole baie, scogliere, ma soprattutto giardini, prati nell’esuberanza di giornate assolate, splendenti, dove sbocciano – sì proprio sbocciano - giovani creature che paiono fatte d’aria, di sogno e di grazia. Nell’ultima produzione, l’artista ha accentuato la forza cromatica e inspessito la materia pittorica, prima molto più piatta. Questo fa sì che le forme acquistino maggiore presenza creando un effetto più sensoriale, più coinvolgente, se si ha l’accortezza – come per tutte le tele realizzate con questo stile – d’osservarle da una certa distanza. I fiori, le piante prendono corpo, non sono più solo “impressioni”, hanno uno spessore e sono assimilabili alla stesura grumosa, pastosa di Adolphe Monticelli, artista poco noto oggi, ma che alla fine dell’ottocento ispirò addirittura Van Gogh, anticipando il post-impressionismo. La pittura di Mezzi, con sempre più evidenza canta l’elegia della vita, le sue donne sono vestali della natura e l’attraversano come angeli su sentieri estivi, rigogliosi, profumati, accarezzati da una brezza silenziosa, da onde gloriose di luce. Una fanciulla esce da cortine di lillà, novella Primavera; ha capelli lunghi e biondi e quasi si confonde con la vegetazione intorno evocando il noto verso dantesco: “par sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare”. La giovane donna celebrata dal pittore sembra proprio la figura angelicata del Dolce stil novo. E intorno è l’Eden dove tutto è quiete, grazia, gioia. Non vi sono oscurità e nemmeno inquietudini, dolori. Si sono tutti dissolti nel colore, nella luce, sciolti nella memoria confortante di un tempo forse perduto, ma - proprio come per Proust - per sempre ritrovato grazie all’incantesimo consolatore dell’arte, alla forza rigenerante, vivifica dell’amore. Manuela Bartolotti
ALL’OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE
FONDAZIONE UCCIA FIENI e CHAOS ART GALLERY
sono liete di Invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra
Sabato 26 NOVEMBRE, ore 17,30
Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici.
Sono gli affascinanti giardinieri che fanno fiorire la nostra anima
(Marcel Proust)
All’ombra delle fanciulle in fiore è il titolo del secondo volume della Recherche di Proust, il famoso capolavoro sulla memoria e sul riaffiorare del tempo perduto.
Guardando le opere di Carlo Mezzi, le suggestioni che sorgono alla mente sono quelle di un’eterna primavera, dell’evocazione della bellezza giovanile, di un mondo inondato di luce rifratta in una moltitudine di tinte brillanti. La sua pittura è palesemente impressionista, discendente da Monet, Renoir, sia nello stile che nei temi: paesaggi fioriti, marine, piccole baie, scogliere, ma soprattutto giardini, prati nell’esuberanza di giornate assolate, splendenti, dove sbocciano – sì proprio sbocciano - giovani creature che paiono fatte d’aria, di sogno e di grazia. Nell’ultima produzione, l’artista ha accentuato la forza cromatica e inspessito la materia pittorica, prima molto più piatta. Questo fa sì che le forme acquistino maggiore presenza creando un effetto più sensoriale, più coinvolgente, se si ha l’accortezza – come per tutte le tele realizzate con questo stile – d’osservarle da una certa distanza. I fiori, le piante prendono corpo, non sono più solo “impressioni”, hanno uno spessore e sono assimilabili alla stesura grumosa, pastosa di Adolphe Monticelli, artista poco noto oggi, ma che alla fine dell’ottocento ispirò addirittura Van Gogh, anticipando il post-impressionismo. La pittura di Mezzi, con sempre più evidenza canta l’elegia della vita, le sue donne sono vestali della natura e l’attraversano come angeli su sentieri estivi, rigogliosi, profumati, accarezzati da una brezza silenziosa, da onde gloriose di luce. Una fanciulla esce da cortine di lillà, novella Primavera; ha capelli lunghi e biondi e quasi si confonde con la vegetazione intorno evocando il noto verso dantesco: “par sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare”. La giovane donna celebrata dal pittore sembra proprio la figura angelicata del Dolce stil novo. E intorno è l’Eden dove tutto è quiete, grazia, gioia. Non vi sono oscurità e nemmeno inquietudini, dolori. Si sono tutti dissolti nel colore, nella luce, sciolti nella memoria confortante di un tempo forse perduto, ma - proprio come per Proust - per sempre ritrovato grazie all’incantesimo consolatore dell’arte, alla forza rigenerante, vivifica dell’amore. Manuela Bartolotti
CARLO MEZZI: "ALL’OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE"
a cura di Manuela Bartolotti, 26 novembre - 14 dicembre 2022, Chaos Art Gallery, Vicolo al Leon d’Oro 8, Parma,
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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https://www.instagram.com/finnwey/
OPENING: sabato 26 novembre ore 17:30
FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma
Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
tel. +39 366 300 1181
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5xmille C.F. 92179610347
Donazioni IBAN IT40F0623012708000058176095
CLAUDIO CESARI
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Valore3 |
CLAUDIO CESARI
IL COLORE DELLE STAGIONI – Claudio Cesari
IL COLORE DELLE STAGIONI
di Claudio Cesari
La stagione dell’amore viene e va. I desideri non invecchiano quasi mai con l'età.
Franco Battiato
Immersi noi siamo nello spirito silvestre, d’arborea vita viventi”.
Gabriele D’Annunzio
Nel Padiglione “Venezia” della Biennale di quest’anno si può leggere un mantra dedicato all’alloro: «TUTTO MUTA, NULLA MUORE, TUTTO SCORRE E OGNI IMMAGINE SI FORMA NEL MOVIMENTO». Come l’alloro è simbolo della metamorfosi, così le stagioni trovano la loro realizzazione in un’eterna mutazione arborea.
Parte da questa considerazione la selezione delle opere di Claudio Cesari ora in mostra alla Chaos Art Gallery di Parma. Il continuo mutare dei colori all’avvicendarsi delle stagioni è stato l’origine di una ricerca che ha impegnato Claudio per oltre cinquant’anni, nel tentativo di catturarne le innumerevoli sfumature attraverso la sperimentazione delle tecniche più disparate: dal disegno alla pittura materica, dall’acquerello all’action painting, dalla fotografia agli esperimenti tridimensionali senza soluzione di continuità.
Era dunque la Natura ad offrirgli l’ispirazione e a sorprenderlo ogni volta nella sua costante mutevolezza. Ad ogni buon conto i paesaggi che ritroviamo però non sono veri (dal verismo) ma verosimili e in alcuni casi addirittura virtuali. Nelle sue opere Claudio si sottrae al naturalismo per lasciare spazio a percezioni illusorie, quasi oniriche, che riflettono espressioni di stati d’animo, vibrazioni, ricordi profondi immersi nella sospensione del tempo.
Ed ecco gli inverni con gelide brine notturne, cui succedono le primavere di vigorose ginestre, seguite da estati di secche spiagge del Po e infine autunni palpitanti di foglie e radici. Dopo primavere ed estati interminabili che aspirano all’eternità, il paesaggio d’autunno ci invita a riflettere sulla bellezza e la transitorietà delle cose viventi, della morte apparente, nella certezza che la vita ricomincerà in forme nuove o in ataviche memorie.
Così che i due alberi spogli realizzati da Claudio, immersi nei caldi colori settembrini, finiscono col rappresentarci con tutta la loro forza e fragilità. È questa un’opera in cui l’uomo si fonde completamente con la natura
E nel silenzio della contemplazione nascono le odi che Miranda, moglie di Claudio, riempie con la sua poesia a corollario di un amore che non conosce la parola “fine”. Laura Olivieri
IL COLORE DELLE STAGIONI
05 - 23 novembre 2022
Chaos Art Gallery - Parma
Inaugurazione: Sabato 5 novembre, ore 17.30
a cura di Mauro Carrera e Laura Olivieri
INGRESSO LIBERO
La stagione dell’amore viene e va. I desideri non invecchiano quasi mai con l'età.
Franco Battiato
Immersi noi siamo nello spirito silvestre, d’arborea vita viventi”.
Gabriele D’Annunzio
Nel Padiglione “Venezia” della Biennale di quest’anno si può leggere un mantra dedicato all’alloro: «TUTTO MUTA, NULLA MUORE, TUTTO SCORRE E OGNI IMMAGINE SI FORMA NEL MOVIMENTO». Come l’alloro è simbolo della metamorfosi, così le stagioni trovano la loro realizzazione in un’eterna mutazione arborea.
Parte da questa considerazione la selezione delle opere di Claudio Cesari ora in mostra alla Chaos Art Gallery di Parma. Il continuo mutare dei colori all’avvicendarsi delle stagioni è stato l’origine di una ricerca che ha impegnato Claudio per oltre cinquant’anni, nel tentativo di catturarne le innumerevoli sfumature attraverso la sperimentazione delle tecniche più disparate: dal disegno alla pittura materica, dall’acquerello all’action painting, dalla fotografia agli esperimenti tridimensionali senza soluzione di continuità.
Era dunque la Natura ad offrirgli l’ispirazione e a sorprenderlo ogni volta nella sua costante mutevolezza. Ad ogni buon conto i paesaggi che ritroviamo però non sono veri (dal verismo) ma verosimili e in alcuni casi addirittura virtuali. Nelle sue opere Claudio si sottrae al naturalismo per lasciare spazio a percezioni illusorie, quasi oniriche, che riflettono espressioni di stati d’animo, vibrazioni, ricordi profondi immersi nella sospensione del tempo.
Ed ecco gli inverni con gelide brine notturne, cui succedono le primavere di vigorose ginestre, seguite da estati di secche spiagge del Po e infine autunni palpitanti di foglie e radici. Dopo primavere ed estati interminabili che aspirano all’eternità, il paesaggio d’autunno ci invita a riflettere sulla bellezza e la transitorietà delle cose viventi, della morte apparente, nella certezza che la vita ricomincerà in forme nuove o in ataviche memorie.
Così che i due alberi spogli realizzati da Claudio, immersi nei caldi colori settembrini, finiscono col rappresentarci con tutta la loro forza e fragilità. È questa un’opera in cui l’uomo si fonde completamente con la natura
E nel silenzio della contemplazione nascono le odi che Miranda, moglie di Claudio, riempie con la sua poesia a corollario di un amore che non conosce la parola “fine”.
Laura Olivieri
Aperta al pubblico da martedì a sabato con orario 10.00-12-30 e 16.00-19.00, domenica ore 16.00-19.00. Ingresso gratuito.
Per info e appuntamenti: T. +39 0521 1473924, M. +39 338 6076886, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.chaosartgallery.it.
FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma
Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
tel. +39 366 300 1181
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Donazioni IBAN IT40F0623012708000058176095