La poesia delle piccole cose

Project Description

ANTONIO HAUPALA
"La poesia delle piccole cose"

La silenziosa contemplazione della bellezza che è intorno, dal più piccolo fiore al cielo stellato. Antonio Haupala, artista italo-thailandese, riprende lo stile dei simbolisti francesi della fine dell’800, ma immergendolo in un’atmosfera ovattata e di grazia tutta orientale. Natura e uomo si fondono in quiete e armonia. Tutto vale, come scriveva Whitman, e tutto ci palpita dentro. È poesia delle piccole cose. La sua pittura ci dà lo stupore e l’emozione di quegli attimi fugaci come petali o evanescenti come la nebbia. Effimeri ma indimenticabili.

Le opere dell’artista italo-thailandese Haupala sembrano appartenere ad un’altra epoca, riportare ad un mondo fatto di sentimenti purissimi, di sensazioni che parevano perdute. I suoi effetti atmosferici, soffusi e sfocati creano quell’aura di sogno capace di trasportare in una dimensione parallela di quieta contemplazione, di armonia tra uomo e natura. La sua arte, persino nelle originali cornici fatte da lui che riprendono i motivi del quadro, in una sorta di continuità creativa, rievoca il simbolismo di Redon e di Maurice Denis, il naturalismo incantato dei Nabis. Protagoniste sono spesso le figure femminili, in atteggiamento pensoso e solitario, in interni rassicuranti o circondate da fioriture matissiane. Sono immerse in un malinconico silenzio dove cose e persone paiono strette in un dialogo intimissimo, sospese in un limbo tra ricordo e attesa. Particolarmente suggestivi sono “La notte di San Lorenzo”, col cielo rutilante di colori, ricamato di stelle variopinte, “I soffioni” che, rievocano le fantasie floreali del primo Klimt, “Ridare la libertà”, un estratto di puro lirismo realizzato con tinte sobrie e dove le due ali che disegnano il volo dell’uccello, sono il fulcro e la forza di tutta la composizione. È come se la grazia e l’armonia orientale si fossero fuse con le foschie e le nebbie della Pianura padana, innescando una magia che consente di “sentire” la natura, d’immergersi nel suo profondo mistero, per coglierne l’essenza. Haupala ci riporta indietro nel tempo e lontano nello spazio, lasciandoci indugiare sulle piccole cose, sulla meraviglia di un fiore, di un volo, di un gesto che libera, di uno sguardo verso l’oltre o dentro se stessi. All’infinito.    Manuela Bartolotti