Fondazione Uccia Fieni ONLUS e Chaos Art Gallery
sono liete di invitare la S.V. alla inaugurazione della mostra
DINO--------
8 - 25 SETTEMBRE 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione Domenica 8 Settembre, ore 17,30
Presentazione a cura di Eles Iotti
La mostra conferma un percorso di lavoro di grande coerenza e dedizione in cui il pittore, in sintonia con il pulsare del mondo, stabilisce un contatto viscerale e autentico di fiducia nell’uomo e con quanto nella vita interiore c’è di più profondo. Chiapponi in quegli anni ’80 ha parlato il linguaggio dell’espressionismo astratto fatto di apologie, malesseri e inquietudini interiori, depurandolo dalla cognizione del dolore. La sua pittura è catarsi, subblimazione di vissuti.
Questi paesaggi astratti, solenni ed equilibratissimi, afferrano la complessità dell’esistenza senza il male di vivere. Opere emozionanti, difficili da dimenticare, come impossibile dimenticare, a Parma, il loro autore. Eles Iotti
Ingresso Libero
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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FONDAZIONE UCCIA FIENI ONLUS
Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma
Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
tel. +39 366 300 1181
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5xmille C.F. 92179610347
Donazioni IBAN IT40F0623012708000058176095
La fondazione “Uccia Fieni ONLUS”, nasce su iniziativa dell'artista Alfredo "Dino" Chiapponi in memoria della moglie prematuramente scomparsa, si propone di aiutare con una borsa di studio i bambini di scuola elementare che siano meritevoli ma meno abbienti e di aiutare i malati oncologici e i loro familiari nel percorso della malattia. Dopo la scomparsa dello stesso Chiapponi, un gruppo di suoi affezionati amici artisti ha realizzato, sotto l'egida della Fondazione, il suo sogno: una galleria d'arte, in pieno centro storico a pochi passi dal Duomo di Parma.
8-25 GIUGNO 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 8 giugno, ore 17,30
Entrata libera
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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11 MAGGIO - 4 GIUGNO 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 11 Maggio, ore 17,30
Entrata libera
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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CANONI DIFFUSI--------
Ivan Lorenzo Frezzini ----
20 aprile – 8 maggio 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 20 aprile 2024, ore 17,30
Concept: In un momento storico di repentini cambiamenti e società liquida, ho cercato di imprimere sulla tela l’ evoluzione e l’energia che nasce dalla trasformazione.
Per fare ciò, ho utilizzato una tecnica particolare, che unita ai grandi classici della storia dell’ arte, conferisce una nuova chiave di lettura contemporanea alle tele avvicinando così anche le nuove generazioni allo splendore dell’ arte e dei grandi artisti e maestri.
Un volto , un’ icona hanno tante storie da raccontare, io racconto la mia storia fatta di arte che arriva dalla sofferenza e per questo volta a dare un segnale di speranza a tutte le persone che si trovano in difficoltà. Ivan Lorenzo Frezzini
Opening
Sabato 20 aprile ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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6 - 17 APRILE 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 6 aprile, ore 17,30
Presentazione a cura di Giulia Muratori
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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24 febbraio - 13 marzo 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 24 febbraio, ore 17,30
Presentazione a cura di Giulia Muratori
Attraversare la porta della Chaos Art Gallery in occasione dell'esposizione su Enrico Benassi significa essere invasi da un mondo visivo e immaginifico d'immediata palpitazione, in un vibrante vortice di puntini, colori, contrasti e belve.
Un turbinio che viene classificato come naïf ma che esula da qualsiasi riferimento o confine, geografico come mentale.
Nato a Mezzani, in quella terra di nebbia e genio dove forse il lineare orizzonte padano fa da culla alle più estrose fughe creative, Benassi da autodidatta inizia a dipingere con l'amata tempera vere poesie fiabesche. Sin dal principio i luoghi conosciuti, gli edifici riconoscibili della città, il fiume, i volti familiari si trasformano e dialogano con forme dal sapore egizio, orientale, preistorico dando luce ad uno stile originalissimo ed onnivoro, che ingloba al suo interno culture locali come lontane. L'artista si ispira a modelli iconografici alti come la Camera di San Paolo, ma anche alle pitture rupestri o alle immagini di giornali sportivi: ogni riferimento figurativo è parimenti valido, tutto concorre a comporre quell'universo di visioni che ora ammiriamo; sono ideali arazzi tanto caotici ed incantati quanto ordinati, orditi su una fine trama di geometrie ed equilibrio. Non c'è prospettiva, non c'è chiaroscuro, non c'è vuoto o attesa: lo spazio del supporto è totalmente riempito da colori mai stesi e linee di contorno spesse, le stesse che saranno teatro di quei puntini decorativi vera e propria cifra stilistica di riconoscibilità. Questi piccoli tocchi di bianco muovono ancora più l'immagine e invadono la nuova produzione come i pannelli precedentemente conclusi, in un tempo creativo continuo che non ammette linea cronologica. Ciò che risulta è ritmo, vibrante e caloroso, sensoriale ed emotivo; una musica quasi tribale che ci riporta incredibilmente alla nostra dimensione più primordiale, irta di fantasia, legami sanguigni e paure universali.
Proprio questo carattere internazionale ha preciso riscontro nelle rassegne e mostre che hanno visto presenti le sue opere: dalla prima personale del 1970 al Caffè Zavattini si susseguono numerosissime, sempre più all'estero che in Italia. Critici, galleristi, collezionisti dalla Svizzera alla Croazia, dalla Germania ai paesi nordici ammirano questa pulsione vitale che di certo meriterebbe un luogo permanente d'esposizione.
Giulia Muratori
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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FONDAZIONE UCCIA FIENI e CHAOS ART GALLERY
sono liete di Invitare la S.V. all’inaugurazione della mostra collettiva
Paolo Bottioni - Mary Quarantelli
Orsola Rignani - Gianluca Ugoletti
Essenze d’astratto--
03 – 21 febbraio 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 03 febbraio, ore 17,30
Presentazione a cura di Giulia Muratori
Con Paolo Bottioni entriamo in un mondo in cui il colore e la struttura dominano lo spazio pittorico: se l'obiettivo è mandare ad espressione una immagine o un ricordo che hanno emozionato l'artista, la chiave di lettura è invece l'equilibrio dato dalle tanto amate scale cromatiche o costruttive che traducono lo spunto emotivo in quadri che sono aperti, sia dal punto di vista dimensionale che da quello personale. Chiunque osservi questi quadri, così ricchi di contrasti euritmici, può cogliere un proprio ricordo o leggere una propria sensazione rendendo esperienziale il processo artistico.
Per Mary Quarantelli la pittura è necessità, urgenza d'esprimere la propria profonda emotività. Non c'è ripensamento: c'è azione. L'artista ha la forza di imprimere il colore in modi gestuali diversi facendo nascere composizioni variegate ma tutte ugualmente votate alla ricerca di un proprio stile che vira verso il bianco ed il nero, assenza e concentrazione massima di tutti i colori.
Le sensazioni si amplificano mentre i segni diventano minimali e sintomatici di una profonda analisi mirata all'essenziale. Allo stesso tempo, non manca mai la profondità: guardando le sue opere la nostra immaginazione si allarga verso ciò che non si vede, l'oltre, che è l'elemento che più le interessa.
Per Orsola Rignani l'espressione pittorica è un campo di sperimentazione aperto e inter-implicato con la sua ricerca filosofica neomaterialista e postumanista. È una concezione di arte totalmente diversa rispetto ai canoni tradizionali: l'artista non è più solo artefice ma anche catalizzatore, entra enattivamente nell'agentività diffusa e il risultato sono opere ibride in cui l'azione dell'uomo apre e momentaneamente 'chiude' (fissandone un frammento su tela) un processo di interazione di forze dove acqua e pigmenti naturali entrano in relazione e interagiscono con una propria agentività.
Con Gianluca Ugoletti l'espressionismo astratto diventa matrice di grandiose visioni cosmiche: è l'epifania del colore lucente, dirompente che crea un universo caotico e al tempo stesso composto fatto di gocce, stesure liquide e addensamenti. Per Ugoletti l'artista è da un lato il maestro dell'immagine ed il suo potere è fantastico, quasi magico, carattere che ritroviamo nelle tele; dall'altro come uno scienziato l'artista sperimenta e cerca costantemente un'inedita forma artistica del presente che si distacchi da quelle passate con feconda creatività e nuovo senso religioso.
Opening
Sabato 3 febbraio, ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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13 - 31 GENNAIO 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 13 gennaio, ore 17,30
Presentazione a cura di Giulia Muratori
Carlo Amati, già̀ tra i 100 di Marcheselli, è un artista affermato, non nuovo al pubblico grazie ad una vita passata tra linee e geometrie architettoniche sia nel proprio studio di progettazione che su tela. In occasione della mostra alla Chaos Art Gallery ci presenta però un percorso quasi antologico che ci vede al suo fianco, dai primi dipinti ai più̀ recenti, come se passeggiassimo assieme a lui lungo un argine, ascoltando i suoi ricordi farsi vividi tra una pozzanghera, un riflesso d’acqua ed un accenno di vento che sibila tra le betulle. (continua la lettura)
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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a cura di Manuela Bartolotti e Laura Olivieri
16 dicembre 2023 – 10 gennaio 2024
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Il viola delle violette di Maria Luigia, il malva di Proust, il giallo dorato dello stemma su cui campeggiano i gigli blu farnesiani, il rosa dei marmi del Battistero, il nero inchiostro di Bodoni. Con quanti colori si può dipingere Parma? 100 artisti del secolo scorso che ne hanno raccolto le innumerevoli sfumature, vengono a restituircele in emozioni. Perché il senso di un luogo è il ricordo che lascia, il sogno che dischiude, un innamorato profumo di vita afferrato da penna o pennello.
Sulla scia della mostra del 2022 “A ciascuno il suo. I 100 di Marcheselli in mostra”, anche quest’anno, sotto l’albero, abbiamo scelto 100 pittori di Parma e provincia, più o meno noti, che abbiamo conosciuto e amato. Tornano per farci emozionare, per ricordare la grande creatività e bellezza della nostra città, aprendo il 2024 con un augurio luminoso e variopinto.
Inaugurazione
Sabato 16 dicembre, ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Chiuso il lunedì, Natale e Capodanno.
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a cura di Manuela Bartolotti e Laura Olivieri
2 – 13 dicembre 2023
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Inaugurazione
Sabato 2 dicembre, ore 17,30
Presentazione a cura di Marzio Dall’Acqua
Interverrà
Vittorio Sgarbi
Paesaggi struggenti, nature morte palpitanti, fiori vibranti di gioia solare e opere tutte percorse da un inesauribile vitalismo. Questo aspetta il visitatore alla mostra di Welleda Tomasi Cantù, pittrice classe 1927 con alle spalle una carriera di successi e onorificenze prestigiose con esposizioni in sedi importanti prevalentemente a Parigi e Montecarlo. Lo stile impressionista però con l’impasto spesso corposo, i colori densi e l’esuberanza creativa fanno tornare alla mente Seraphine de Senlis, straordinaria pittrice francese d’inizi ‘900. Welleda è molto distante da lei nella sua vicenda artistica e biografica, sia per le origini che per frequentazioni, ma vicina nella sensibilità, nella rappresentazione, nel ductus pittorico e persino nel cromatismo sensuale e squillante. Non si può che essere sedotti da questi oli grondanti ed esultanti di vita.
Opening
Sabato 2 dicembre ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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CLAUDIO SPATTINI
a cura di Manuela Bartolotti e Laura Olivieri
11 – 29 novembre 2023
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Ancora più luce, ancora più colore nelle tempere di Claudio Spattini. E ancora paradossalmente più vita nelle “nature morte”, crepitanti e sonore, nei paesaggi soffusi e vibranti. In questa mostra vengono proposte opere realizzate con una tecnica asciutta e persino col monotipo, per scoprire ulteriormente lo spirito e l’arte di questo Cèzanne parmigiano che guarda alla natura e alle cose con uno sguardo pieno di disincanto e gioia.
Claudio Spattini è nato a Modena il 18 luglio del 1922. Ha frequentato l’Istituto d’Arte “Adolfo Venturi” della sua città, sotto la guida di Arcangelo Salvarani e di Renzo Ghiozzi. Nel 1939 gli giunse il primo riconoscimento nazionale: il premio “Giovani espongono” nella mostra allestita a Firenze in Palazzo Strozzi. Terminati gli studi presso il “Venturi”, Spattini continuava a frequentare l’Istituto affiancando Ghiozzi come assistente. Nel 1943 l’artista passò a Padova per seguire il corso da allievo ufficiale dell’Aviazione. L’indomani dell’armistizio veniva fatto prigioniero e internato nel campo di concentramento di Wiztendorf; poi trasferito nei pressi di Colonia, ai lavori forzati in fonderia, e infine nei Monti dell’Harz, a sud di Hannover, in un campo di lavoro sullo scavo di una galleria. Da qui, durante l’avanzata delle truppe alleate, riesce avventurosamente a fuggire e a far ritorno a casa. A Modena, la famiglia Spattini è “sfollata” in una casa sulla via Vignolese, di proprietà dei Venturelli. Nell’immediato dopoguerra Spattini si iscrive all’Accademia di Bologna, docenti Virgilio Guidi e Giorgio Morandi. Nel mentre, insegna ai corsi serali del “Venturi”, nel corso superiore, e ha per collega il pittore Elpidio Bertoli. E sarà proprio Bertoli il primo acquirente di un quadro di Spattini. Del 1946 è una delle prime presenze a un’importante rassegna espositiva, la Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea allestita dall’amico Norina Martinelli nel Palazzo Ducale di Modena, ove presenta un Ritratto della sorella. Sempre nel ’46 gli giunge un lusinghiero riconoscimento: il premio Accademia di Bologna, assegnatogli da una giuria in cui sono presenti i suoi maestri Morandi e Guidi. L’artista diventò una presenza distintiva del circolo intellettuale attorno al Nazionale, lo storico caffè che s’apriva sotto il portico del Collegio, accogliendo nella sua celebre Saletta le mostre degli “Amici dell’Arte”. Più volte Spattini espose alla Saletta, nel 1947 nella memorabile collettiva che inaugurò l’attività degli Amici dell’Arte, poi nel 1948 assieme a Trevisi e Venturelli, l’esordio dei “tre moschettieri”. Nello stesso anno, con altri autori, i tre parteciparono al Premio “Saletta”. L’attività espositiva della Saletta permetteva di intessere rapporti con le maggiori personalità, anche a livello nazionale. In seguito, per gli Amici dell’Arte Spattini avrebbe allestito ben tre personali: la prima nel 1952, con un lungo commento di Renato Bertacchini, la seconda nel 1958, presentata da Roberto Tassi, l’acuto critico parmense, la terza nel 1971, presso l’Università del Tempo Libero, con l’autorevole introduzione di Ilario Rossi, che era stato suo insegnante all’Accademia di Bologna; frequentissime le partecipazioni alle collettive. Intanto, nel dopoguerra Spattini ricopriva la carica di Segretario del Sindacato Artisti, che radunava alcuni tra gli esponenti più qualificati dell’ambito modenese. Nel 1954, poco più che trentenne, si trasferisce a Parma dove gli è stata assegnata una cattedra per l’insegnamento del disegno. Come lo stesso Spattini ricorda, sarà Carlo Mattioli, il noto artista di nascita modenese, ma parmense d’adozione, a introdurlo nei circoli culturali della sua nuova città; il tramite fra i due è l’avvocato Allegretti, che ha instaurato con Mattioli un contatto che sfocerà nella mostra delle sue illustrazioni ispirate a La Certosa di Parma di Stendhal, tenutasi alla Saletta nel dicembre del 1954. A sua volta, la frequentazione di Spattini costituirà per Mattioli un ulteriore nesso con il mondo modenese. A Parma Spattini ritrova Amerigo Gabba, pittore e scenografo allievo di Bertocchi conosciuto ai tempi della Accademia di Bologna. Agli inizi degli anni Sessanta i due espongono insieme a Bari, a Parma, a Carpi. Spattini ha sempre intrattenuto stretti legami con Modena e con gli artefici della sua realtà culturale. Sue personali sono state allestite nelle più accreditate gallerie cittadine: per citarne soltanto alcune, nel 1963 a Le Mura, nel 1967 a La Sfera di Mario Cadalora, assieme a Trevisi e a Venturelli. Ancora, Spattini espone nel 1973 alla Farini 23 dell’Antica Società delle Arti, nell’81 alla Nuova Mutina di corso Canalgrande e alla Stamperia d’arte il Cerchio, con Biolchini, Stelluti e Vanni, nell’87 e nel ’96 al Centro Studi Muratori, nel ’95 al Punto d’arte. Fra i tanti critici modenesi che hanno scritto di lui e della sua opera, Renato Bertacchini, Franco Gattolin, Luciana Frigieri Leonelli, Ferruccio Veronesi, Enrichetta Cecchi, Mario Cadalora, Michele Fuoco. Da registrarsi le partecipazioni alla Biennale “Aldo Roncaglia” di San Felice sul Panaro, e le due esposizioni a Carpi, nella Galleria del Ridotto del Teatro nel 1962 e alla Sala Gialla nel 1962. Del 1968 la personale alla Galleria Forti di Correggio, con presentazione di Ferruccio Veronesi; notevole fu il successo della pittura di Spattini presso vari collezionisti, e alcune sue opere entrarono a far parte della Raccolta Severi di Carpi. In tempi più ravvicinati, Spattini è rappresentato nella mostra modenese La Saletta degli Amici dell’Arte del 1992, curata da Mario Bertoni per conto della Galleria Civica e nella rassegna Di fronte alla figura, curata da Giulia Luppi con testi di Michele Fuoco, tenutasi nel Palazzo Ducale di Pavullo nel ’94; quindi, nel ’99 con Trevisi e Venturelli presenta una selezione d’ opere alla Galleria Barozzi di Vignola. Spattini ha esposto con grande assiduità a Parma, soprattutto presso le Gallerie del Teatro Regio, Camattini e Giordani, e in tempi più recenti alle Gallerie Sant’Anna e Mazzocchi; quindi a Reggio Emilia, a Bologna, a Milano presso la Galleria Maya e il centro artistico Crepaldi. Nel 1959, con Nereo Annovi, Tato Bortolucci, Tino Pelloni ed Ermanno Vanni, ad Ancona, a Firenze. Sempre a livello nazionale, i suoi dipinti comparivano in prestigiose esposizioni: la IV Quadriennale di Roma nel 1951, le Biennali di Milano del ’57 e del ’62, la Biennale Nazionale di Nuoro e il Premio Scipione di Macerata nel 1957, la Mostra Regionale di Pittura “Città del Tricolore” a Reggio Emilia nel ’58, l’Esposizione “Premio Michetti” di Villafranca a Mare, la X Mostra “Maggio di Bari” nel 1960. Nel 1994 diventa membro dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma. L’accademico Spattini rientra così nell’elitaria rosa dei dieci pittori – oltre ai dieci architetti e ai dieci letterati – che portano avanti questa illustre eredità culturale. Tornando al contesto modenese, Spattini e gli altri due allievi di Ghiozzi, Trevisi e Venturelli, hanno visto riconosciuta l’importanza del loro ruolo nell’arte del ‘900 con la mostra-omaggio, intitolata ai tre moschettieri, allestita per l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto “Venturi”, nell’ottobre del 1996. Nel 2001 a Modena nella Chiesa di San Paolo, sede espositiva della Provincia, si svolge la mostra “Claudio Spattini i maestri e gli amici” a cura di Lauretta Longagnani e Graziella Martinelli Braglia a cui seguirà, nel 2008, un’esposizione interamente dedicata ai Monotipi organizzata dal Museo Civico d’arte. Nel 2009 espone a Parma nella Galleria San Ludovico con la mostra “Claudio Spattini settant’anni di colore” a cura di Eddy Lovaglio. Fino all’ultimo lavora nel suo studio di via Felice Cavallotti a Parma dove ancora è presente sul suo cavalletto l’ultima opera incompiuta. Dopo una vita che ha attraversato l’intera esperienza artistica del “Secolo breve” il pittore si spegne il 3 agosto 2010. Con oltre 60 opere nell’aprile 2012 la Fondazione Cariparma celebra a Palazzo Bossi Bocchi, a meno di due anni dalla scomparsa, Claudio Spattini con un’importante mostra antologica a cura di Gloria Bianchino dal titolo “Claudio Spattini e la memoria del Novecento”. Un doveroso omaggio sia all’uomo – la cui attività di insegnante è ben viva nella gratitudine di centinaia di allievi – sia al pittore, con la volontà di contribuire, inoltre, alla definizione di un preciso percorso artistico del XX secolo. Nel dicembre 2013 l’ArtGallery negli spazi della Galleria in borgo San Vitale 3 a Parma, allestendo la mostra personale di Claudio Spattini, si fa portavoce del ricordo cercando di portare alla luce soprattutto le opere inedite del maestro, quelle opere necessarie e ricercate per incasellare dei dettagli fondamentali a corollario di un artista. Recentemente è stata pubblicata da Skira un’imponente monografia a lui dedicata curata da Arturo Carlo Quintavalle.
Opening
Sabato 11 novembre, ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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Giovanna Biondi - Giovanni Ferraguti
Mauro Maffina - Alan Maglio - Aldo Monica
a cura di Manuela Bartolotti e Laura Olivieri
21 ottobre – 8 novembre 2023
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Si dice che le foto e i disegni possano fermare un luogo e un tempo, ma davvero li fermano? Oppure li moltiplicano e li annullano? Oppure creano dimensioni nuove e diverse che vanno oltre il contingente di un evento, di un supporto, di un materiale? Insomma spezzano i confini, superano i limiti, in tutti i sensi. È questo il bello. Così “Unlimited” non può che essere la definizione di una rassegna di artisti che hanno questa prerogativa in comune. Ci sono i grandi cantori della storia di una città come il fotografo Giovanni Ferraguti, che però non si fermano al semplice reportage e svelano le ombre e le anime, i riflessi e i dettagli “significanti” oltre la cronaca. C’è Giovanna Biondi che rende gli artisti loro stessi opere d’arte, scrutando nei loro sguardi con l’occhio della fotocamera. C’è il disegnatore Aldo Monica che ritaglia il mondo e le sue figure, per rimodellarle in sintesi geometriche e danzanti. C’è Alan Maglio che recupera immagini scartate e le fa rivivere decontestualizzandole e ricomponendole in un’ulteriore dimensione creativa e distopica. Mauro Maffina, con i suoi interventi fotografici surreali che aprono a molteplici possibilità, ad infinite interpretazioni, senza limite davvero.
Ultimo, ma non ultimo e special guest è Maurizio Galimberti che porta alcuni suoi mosaici d’istanti, composizioni realizzate con i fotogrammi Polaroid.
Giovanna Biondi nasce a Roma nel 1966, dove si laurea in Economia Internazionale presso l'Università La Sapienza. Dal 1994 vive e lavora in Toscana dove gestisce un'agenzia di viaggi, attività che le ha consentito di viaggiare molto e di avvicinarsi alla fotografia in modo poliedrico. Diverse sue fotografie vengono pubblicate su riviste di settore e premiate in vari concorsi. Incoraggiata da questi riscontri, frequenta due workshops (Perù, ottobre 2003; New York, ottobre 2004) tenuti da Ernesto Bazan, esponente di rilievo della Street Photography italiana, con l’intento di approfondire questo genere che ritiene tra i più interessanti. Le sue fotografie sono state esposte in gallerie e musei in tutta Italia, in mostre personali e collettive. Si ricordano, fra le tante, la prima personale, “Street Photography” nel febbraio 2009, alla Galleria Fiordamaro di Bientina, “Sguardi d’artista” al Museo Piaggio di Pontedera nella primavera del 2011, dove sono stati esposti per la prima volta 15 ritratti di altrettanti artisti contemporanei italiani, progetto che Giovanna sta portando avanti dal 2006, quindi “Una fuga immobile” nel maggio 2012, nel Chiostro della Badia di Fiesole e a settembre dello stesso anno alle Scuderie Aldobrandini di Frascati, rassegna fotografica sulla vita di Ernesto Balducci (progetto da cui è stato tratto anche un libro in occasione del ventennale dalla sua morte) e la mostra “Trilogia” alla Galleria “Il Fondaco” di Roma nell’aprile del 2013, dove è stato presentato il libro omonimo edito da F.lli Alinari. Un’ampia selezione di foto tratte da questo volume sono poi state inserite nel sito ufficiale della Repubblica italiana (www.italia.it) del Ministero del Turismo e dell’Enit nella sezione “Foto d’autore”. È del novembre 2013 la mostra “Il futuro delle dame” al Castello Estense di Ferrara, ritratti di donne celebri che si sono distinte in campo scientifico, mostra poi riproposta al centro SMS di Pisa nell’aprile 2015 e a seguire nel mese di giugno a Viareggio a Villa Borbone. Sempre nel giugno 2015 è stato presentato dal Comune di Pontedera il volume “Pontedera mille voci una comunità'”, dove compaiono i ritratti scattati da Giovanna ai cosiddetti pontaderesi doc. Il 16 gennaio 2016 inaugura la stagione espositiva del Museo Piaggio con la personale “Declinazione donna”, 92 immagini scattate in 14 anni di reportage fotografico. Il 17 dicembre dello stesso anno viene inaugurata la personale alla Galleria Liba di Pontedera, “Fotografie”, dove oltre ai ritratti d’artista sono esposte foto di ispirazione metafisico-surrealista scattate negli ultimi anni. Unica fotografa con la sua opera intitolata “India”, è stata esposta alla Villa Comunale di Pontedera lo scorso dicembre in occasione del ventennale della Galleria Liba, insieme ad opere di artisti di primissimo piano del panorama artistico italiano contemporaneo.
Giovanni Ferraguti cominciò ad interessarsi di fotografia all'età di 13 anni, quando sua madre gli regalò una macchina fotografica. Ebbe così inizio una grande passione che lo spinse a imparare i primi rudimenti dell'arte fotografica in uno studio di Parma. Nel 1965 venne assunto dalla Gazzetta di Parma, primo fotografo ufficiale del giornale cittadino, un ruolo che completò successivamente con l'attività di giornalista professionista. Nel 1979 ha conseguito la laurea in giornalismo a Roma. Con la Gazzetta di Parma ha lavorato come giornalista-reporter per trentacinque anni, dal 1965 al 2000. È stato anche corrispondente dell'agenzia internazionale Associated Press per trent'anni e per cinque del quotidiano Il Secolo XIX di Genova. Per tredici anni ha vissuto a Nizza con la moglie Luciana Vezzani. Con la Gazzetta ha realizzato, oltre alla normale cronaca cittadina, parecchi servizi importanti, fra i quali spicca un'esclusiva del 1968 sull'attore e regista Charlie Chaplin, da tempo sfuggito alla caccia dei media, fotografato con tutta la famiglia. Quelle immagini furono pubblicate dalla prestigiosa rivista statunitense Life. Ha fotografato Sophia Loren a Salsomaggiore quando l'attrice annunciò la sua gravidanza (la foto non fu però pubblicata per una promessa fatta ai medici delle Terme). Ha compiuto diversi viaggi all'estero per la Gazzetta, anche in zone calde tormentate dalla guerra. Nel 1983 fu inviato a Beirut al seguito del contingente militare italiano guidato dal generale Franco Angioni e nel 1988 a Dubai nel Golfo Persico. Nel 1989 è stato a Mosca, con il sottosegretario Bonferroni, nel periodo post-Gorbaciov. Da buon parmigiano, Ferraguti è un grande appassionato dell'opera lirica. Durante la rappresentazione dell'opera verdiana Trovatore al teatro Regio fu protagonista di un curioso episodio: il baritono Renato Bruson, che era stato fischiato dal pubblico, si innervosì al punto da inseguirlo, con l'intenzione di infilzarlo con la spada di scena (di ferro). L'episodio fu riportato sulla copertina del settimanale Grand Hotel, raccontato dalla matita del disegnatore Walter Molino. Nel 1972, durante le riprese del film Novecento, fu incaricato dall'Associated Press di comunicare a Robert De Niro che aveva ricevuto la nomination per l'Oscar. Lo scoop riuscì e la foto di De Niro con il suo pappagallo fece il giro del mondo. Per vent'anni ha seguito le storie degli emigrati dell'Appennino parmense a Londra, Parigi e New York. Per molti anni andò a Lubiana, città gemellata con Parma, a seguire le Nozze rustiche, cerimonia di matrimoni collettivi dove ogni anno veniva inviata una coppia di Parma. Fu inviato anche in Cina a Shijiazhuang per il gemellaggio fra la città cinese e Parma. In ottobre del 1989, come inviato speciale della Gazzetta, ha raccontato il muro di Berlino poco prima della sua caduta. Tra i numerosi personaggi da lui intervistati e fotografati: Charles Aznavour, Giulio Andreotti, Mina, Katia Ricciarelli, Robert De Niro, Burt Lancaster, Federico Fellini, Luciano Pavarotti, il presidente Sandro Pertini, Papa Paolo VI, Papa Giovanni Paolo II (più volte), la principessa Margaret d'Inghilterra e tanti altri. Ferraguti ha pubblicato diversi libri fotografici, tra i quali:
I borghi di Parma, ed. Battei, 1989
Gente di Parma, prefazione di Giorgio Torelli, ed. Battei, Parma, estate 1992
Il nostro amico Enzo Sicuri (testi di Tiziano Marcheselli)
Un anno a Parma (con Tiziano Marcheselli), sei edizioni dal 1986 al 1991
Scatti di cronaca - Gli anni memorabili: 1960-1990 (testi di Federica Pasqualetti), ed. Monte Università Parma, 2008 (libro di grande successo, con migliaia di copie vendute)
Tra i borghi di Parma, ed. Monte Università Parma, 2009
Diverse anche le mostre fotografiche di Ferraguti, fra cui nel 1986 la personale "Professione reporter" all'Aranciaia di Colorno, dove si è raccontata tutta la sua carriera. Nel 2005 ha realizzato a Nizza la mostra fotografica "I colori della promenade"
Mauro Maffina, settimo di 10 figli cresciuti in un quartiere popolare di Brescia, sembra nato per la fotografia e con l'arrivo dell'informatica si apre per lui un nuovo mondo da esplorare giornalmente, in continuo movimento. A 14 anni inizia a lavorare in un negozio di fotografia e fa l'aiutante di bottega fino a i 22 anni, quando con un cognato fonda la Photogroup laboratorio, con cui ha lavorato per Condè Nast e Mondadori come stampatore e fotografo, collaborando con fotografi di ogni tipo e ogni nazione per 20 anni.
Nel 2000 con l'arrivo dell'informatica si rimette in gioco, cambia il suo stile e si adatta all'avvento di strumenti rivoluzionari. Mauro manipola, sperimenta, osa, in un provocante gioco, in un gusto beffardo per la decontestualizzazione di oggetti e immagini che prendono vie traverse, l'artista disegna traiettorie che mandano fuori strada chi le guarda, spiazzano, danno le vertigini, ogni elaborazione è mediata, ogni scatto della realtà volge ad un verso onirico. Il problema di tutte le avanguardie è che quando osservi per la prima volta le fotografie non le capisci, non le riconosci. Mauro sostiene che " l'arte del - per il popolo " deve essere semplice, non riempita di paroloni, ma comprensibile da tutti, soprattutto in fotografia, uno strumento complesso che gli intellettuali conoscono poco, perchè il percorso della fotografia da analogico è diventato numerico e questo confonde perchè l'analogico forma l'anima, mentre il digitale la plasma in un continuo crescendo di emozioni. "Io sono un vero imbroglione e come i surrealisti preparo strati di immagini che visiono nella mia mente; taglio, cucio e incollo per un risultato finale che provochi allo spettatore un piccolo sorriso. La vita è un gioco, quindi io gioco...". L'artista ama la vita e la vita di tutti; così le sue "Visioni Artigianali", come le chiama, sono attimi di vita quotidiana, uno specchio dove lo spettatore si riflette. Più passa il tempo più si sente un menestrello che racconta, canta e ascolta la vita degli spettatori.
Mauro non si considera un artista, e non vuole rubare questo titolo a chi se lo merita di più. "Sono un lavoratore a cui è stato dato uno strumento, l’informatica e tento di farmi aiutare da questo strumento per far capire che sono vivo.".
Alan Maglio (1979) vive e lavora a Milano. La sua ricerca indaga temi come la memoria, l'identità e il perturbante, attraverso opere esposte in mostre collettive e personali. Le sue opere prendono forma attraverso la manipolazione di materiali d'archivio e fotografie. Ha lavorato anche nel cinema come regista di "Milano Centrale. Storie dalla stazione" (2007), "Asmarina" (2015) e "Bar Etiopia" (2021), film incentrati sull'identità culturale delle comunità africane in Italia, opere presentate in diversi festival cinematografici. È autore, insieme a Luca Matarazzo e Salvatore Garzillo, del volume "Ultima Edizione. Storie nere dagli archivi de La Notte" (2019, Milieu Ed.), che dopo uno studio triennale ha riportato alla luce materiali fotografici inediti de "La Notte", storico giornale italiano di cronaca nera. Il progetto di ricerca "Nuda proprietà" lo ha portato a fotografare gli interni di oltre mille appartamenti a Milano negli ultimi otto anni. La sua serie "Ritratti africani" fa parte della collezione permanente del Mudec - Museo delle Culture di Milano. Il suo interesse principale rimane la creazione di nuove opere attraverso la reinterpretazione di immagini provenienti da archivi fotografici.
Aldo Monica è nato a Parma nel 1959 ha frequentato la scuola professionale di moda come figurinista e il disegno è sempre stata la sua passione. Ha avuto per anni un negozio di moda maschile. Durante il lockdown ha eseguito su commissione una serie di ritratti utilizzando l’Ipad e insieme a Sara Rossi ha illustrato un libro per bambini intitolato: “Il difficile mestiere di essere bambini.” L’illustrazione e la moda sono i suoi campi espressivi e stilistici prediletti. Ha esposto diverse volte allo spazio Shakespeare di Parma.
Maurizio Galimberti è cresciuto a Meda, iniziando a lavorare nell'impresa di famiglia come geometra. Già da ragazzo si è appassionato alla fotografia partecipando a concorsi con le classiche pellicole bianco e nero. Ha esordito con una fotocamera Widelux Hyperlink. In seguito, dal 1983, ha iniziato ad usare quasi esclusivamente le istantanee Polaroid, sia per l'immediatezza e la verifica del risultato, sia per la possibilità di "manipolare" in post produzione la copia ottenuta. Sarà infatti proprio con la Polaroid che esprimerà una tecnica personale che avrà come risultato finale un vero e proprio mosaico fotografico. La Polaroid viene da lui utilizzata per scomporre e ricomporre l'immagine in mosaici, ricreando e reinterpretando il soggetto fotografato. Anche nei ritratti, molti dei quali hanno come protagonisti personaggi famosi come Johnny Depp, Lady Gaga, Robert De Niro e altri, con la tecnica di scomposizione il risultato finale è la tridimensionalità dell'immagine manipolata. La particolare tecnica da lui sviluppata, chiamata anche "a grappolo" o "ad ali di farfalla", descritta in diversi articoli e spiegata dallo stesso Galimberti attraverso filmati, ha suscitato l'interesse di numerose aziende leader in vari settori, tra le quali: Milan calcio (Il Milan del centenario), Fiat Auto (Calendario 2006, libro Viaggio in italia…nuova Fiat 500), Kerakoll (New York materico-movimentosa), Jaeger-LeCoultre (La grand maison), Illycaffè (campagna istituzionale 2008), Nokia(Telefoninotempoemozione), Lancia (ritratti alla 66ª mostra del cinema di Venezia). A Venezia è stato nella giuria del concorso fotografico "Venice Movie Stars Photography Award", dedicato alle immagini scattate in occasione della Mostra del Cinema di Venezia. Con la fine della produzione Polaroid nel 2008 e pur con la difficile ripresa, un po' sperimentale, della produzione Impossible, la carenza di pellicole ha portato Galimberti ad utilizzare sempre più pellicole Fuji. Dal settembre 2017 è diventato Instax Artist ufficiale di Fuji Italia per il progetto Instax Square. Sempre con Fuji Instax Square, dal 2019, si è dedicato a una nuova tecnica fotografica, con la realizzazione della “Matrice Fuji Instax Square”, matrice che poi viene scomposta a mosaico. La matrice viene considerata parte integrante, seppur separata, del mosaico stesso e la tecnica è stata usata per le opere dei progetti: “Emilia”, "Gibellina 2020-2021”, “Luchi Sport”, “Fumetti”, “Forest Frame ", “Uno Sguardo nel labirinto della Storia” e “L’illusione di una storia senza futuro”. Nel 2013 l'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e Giart hanno promosso una Mostra antologica sul "Paesaggio Italia", con oltre 150 opere, che si è svolta a Palazzo Franchetti a Venezia e dalla quale è scaturita l'omonima pubblicazione. Nel 2015-16-17 ha realizzato un progetto fotografico con tutte le tecniche della fotografia Instant (Polaroid -Fuji- Impossible project) sul Cappellone di San Nicola a Tolentino (Macerata); la parte finale del progetto è dedicata al post sisma del 30/10/2016, con l'utilizzo delle rinnovate pellicole originali Polaroid 50x60. Nel 2017 ha partecipato alla 57ª Biennale Arte di Venezia (Padiglione Venezia a cura Prof. Stefano Zecchi). Nel 2017/18 ha realizzato per conto di Archivio Nord Est due progetti sul mondo dei fiori, a cui sono stati dedicati i volumi Flowers 1 e 2 editi dal Centro Diffusione Arte. Nel 2018 ha realizzato un progetto per la Maison Enrico Coveri denominato “Around Enrico Coveri”, dedicato ad Enrico Coveri, meraviglioso protagonista della moda italiana prematuramente scomparso nel 1990. Un altro progetto realizzato nel 2018 è stato quello dedicato al Cenacolo di Leonardo da Vinci, a cui è dedicato il volume “Il Cenacolo di Leonardo da Vinci”, edito da Skira. Nel dicembre 2018 è stato inserito nella prestigiosa mostra, a cura di Denis Curti dal titolo “L’Italia dei fotografi”, insieme a 24 autori simbolo della fotografia Italiana del ‘900, al museo M9 di Venezia – Mestre. Alla mostra è stato dedicato il relativo volume edito da Marsilio Editore. Nel 2019 ha iniziato un nuovo progetto sulla regione Emilia, con il volume presentato al festival OFF di Fotografia Europea a Reggio Emilia, intitolato “Progetto Emilia, prime istantanee” edito da Corsiero editore. Sempre nel 2019, la ricerca si è spostata in due progetti specifici dedicati il primo ai fumetti ed il secondo al mondo dello sport, rileggendo in entrambi i casi con la tecnica del mosaico in ready made immagini iconiche di fumetti illustrati e di storie memorabili di sport. Entrambi i progetti sono stati realizzati per la prestigiosa collezione di fotografia Milanese “Luchi Collection” e gli sono stati dedicati due volumi. Galimberti ha poi realizzato l'immagine simbolo della Vittoria Alata di Brescia, utilizzata come manifesto ufficiale della Vittoria Alata dal Museo di Santa Giulia. Tra novembre 2019 e fine gennaio 2020, le sue immagini sul Cenacolo di Leonardo Da Vinci, sono state esposte nelle Gallerie d'Italia d’Intesa San Paolo a Milano. Dal 2019 crea le immagini per le campagne pubblicitarie di "Acqua di Parma". Nel 2020 ha realizzato un progetto su Gibellina con residenza d'artista, a cura di Cristina Costanzo da cui è stato tratto un libro d'artista edito nel 2021 da Dadainstant con testi critici di Michele Cometa e Cristina Costanzo. Il progetto è stato presentato in occasione della Mostra “Maurizio Galimberti Visioni molteplici”, nell'ambito del Festival Images al Museo delle Trame Mediterranee – Fondazione Orestiadi di Gibellina. Nel 2020 e 2021 ha realizzato due progetti di rilettura di immagini storiche, nato da un'idea comune con Paolo Ludovici di Luchi Collection. Tutte le immagini realizzate sono poi state pubblicate nei volumi Uno Sguardo Nel Labirinto della Storia edito da Skira, con testi di Denis Curti e Matteo Nucci e L'illusione di una storia senza futuro sempre edito da Skira, con testi di Gianni Canova e Maurizio Rebuzzini. Ancora nel 2020 ha realizzato per il Museo Muse di Trento, su incarico del prof. Stefano Zecchi, un progetto denominato Forest Frame. Le immagini del progetto sono state in mostra fino al giugno 2021 al Muse / Palazzo delle Albere di Trento. Nel 2021 ha realizzato un progetto fotografico raccolto poi in un volume dedicato per il Gruppo Industriale Rubinetterie Bresciane (Bonomi Group – Brescia). Sempre nel 2021 ha partecipato assieme a Gianni Berengo Gardin alla mostra “Due Sguardi a Confronto” organizzata da Fondazione di Venezia, per i 1600 anni della città di Venezia. Nel dicembre 2021 ha partecipato alla mostra “Diabolik alla Mole” a cura di Luca Beatrice, all'interno della Mole Antonelliana di Torino per i 60 anni del celebre personaggio creato dalle Sorelle Milani nel 1962. Nel 2022 ha realizzato il supporto Fotografico/artistico per il volume del 70° di Fontana Gruppo” Inside the cathedral of the world” edito da Marsilio Editore. Per la Luchi Collection ha realizzato un progetto storico dedicato alla strage del Bois du Cazier (Marcinelle, Belgio), con la pubblicazione del volume “La promessa” edito da Skira. In settembre è stato insignito del prestigioso premio A.I.F. alla carriera al Palazzo Reale Milano. A ottobre ha vinto (ex equo con Giovanni Chiaramonte) il concorso “Le immagini rilegate” organizzato dal Foto Festival Milano, con il volume “L'illusione di una storia senza futuro”, edizioni Skira. Per l'Associazione Effetto Ghergo di Montefano ha realizzato una mostra personale “Il mosaico del mondo” a cura di Denis Curti, al Museo Buonaccorsi di Macerata. Nella sua personale “La forma dell’immagine” c'è uno spaccato a 360° sul lavoro vasto e complesso di Maurizio Galimberti a cura di Denis Curti, alla Fondazione MAJID a Ascona (CH). A maggio è uscita la sua biografia “Il mosaico del mondo”, scritta a quattro mani con Denis Curti, edita da Marsilio Carta Bianca. Ad agosto è stata inaugurata la sua grande mostra “Mosaici scomposti” a cura di Denis Curti, al Museo Harry Bertoia di Pordenone. Nel 2023 a febbraio ha esposto al MAC di Lissone nella mostra "Istanti di storia".Nel 1999 è stato nominato al primo posto nella classifica dei foto-ritrattisti italiani redatta dalla rivista Class.
Opening
Sabato 21 ottobre, ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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Emozioni
(Omaggio a Lucio Battisti)
a cura di Manuela Bartolotti e Laura Olivieri
30 settembre -18 ottobre 2023
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Un vero e proprio percorso emozionale quello che offre Alfonso Borghi in questa mostra dedicata a Lucio Battisti nell’anno in cui ricorre l’80esimo anniversario della nascita. Musica, pensieri e parole, impressioni, ricordi si fanno colore e ci vengono incontro, facendo vibrare le corde interiori, trasportandoci in una quarta dimensione fatta di pure essenze cromatiche, di un succedersi di emozioni.
Tu chiamale, se vuoi, emozioni
Sembrano semplici sovrapposizioni di colori, casuali agglomerati di materia, invece sono cortine di un sipario che si schiude dinnanzi e consente di andare oltre l’apparenza e oltre la realtà. Quell’informe che si agita sulle grandi tele di Alfonso Borghi, quella materia crepitante sono emozioni solidificate, addensate nell’impasto, ricordi che sgorgano dalle fratture monocrome, dalle trame di solchi similmente alle vibrazioni ineffabili di Mark Rothko.
Quanti mondi, luoghi, momenti, pensieri vanno affiorando, mentre le parole vengono dopo. Prima è il tumulto, l’impeto interiore che si riordina nell’equilibrio delle tinte e racconta al cuore, oltre lo sguardo. Si è spesso trovata un’analogia con la musica, quella jazz in particolare, perché imprevedibile nel suo andamento, dipendente solo dallo slancio interiore, fatta di connessioni emotive tradotte in note, in suoni che si armonizzano, s’abbracciano in crescendo e diminuendo, si fondono e disgiungono, accendendo sensazioni, memorie, emozioni appunto. Borghi tutto questo lo fa col colore. E ogni quadro, su tela o su carta, è un percorso emozionale, dentro al quale si possono rivedere paesaggi, figure, suoni e silenzi, ridotti in atmosfere cromatiche, forti d’increspature materiche, sporgenze che non attendono l’approccio meditativo rothkiano, la lenta trascendenza, ma vengono incontro, si propongono cariche d’entusiasmo vitale, proprio come il loro autore. Lui poi attinge ispirazione da musica e poesia, da storia e natura, cogliendone l’essenza, la bellezza nascosta ed esaltandola. Sente e dipinge, ascolta e dipinge; nel frastuono del tutto carpisce l’anima delle cose e ce la restituisce vitalissima e guizzante. Sì, perché nelle opere di Borghi c’è sempre un fervore, un’energia costruttiva, persino nei lavori più essenziali, tranquilli; nell’impasto freme la vita. Per questo seduce tanto, per questo continuum di bellezza in evoluzione che offre la speranza perenne della luce, un loop di colori e sentimenti che non finisce mai.
Come cantava Lucio Battisti a cui la mostra è dedicata: “E chiudere gli occhi per fermare qualcosa che è dentro me, ma nella mente tua non c'è”. Ecco, quel qualcosa si è fermato nei quadri di Borghi.
“Capire tu non puoi, tu chiamale, se vuoi, emozioni”. Manuela Bartolotti
E’ un lungo percorso quello svolto da Alfonso Borghi, nato a Campegine (Reggio Emilia) il 3 dicembre 1944. Autodidatta consacratosi all’arte a 18 anni d’ età grazie all’aiuto di un collezionista, si reca a Parigi dove soggiorna breve tempo e approfondisce il Cubismo e Picasso. Al ritorno conosce George Pielmann, allievo di Kokoschka che lo inizia all’Espressionismo. Dopo essere passato attraverso vari stili (cubismo, futurismo, surrealismo), approda a una sintesi personale che si potrebbe definire di “Espressionismo astratto” alla De Kooning. Ha realizzato anche bronzi a tiratura limitata, opere in ceramica, in vetro e illustrato vari testi tra cui il più importante è il libro d’arte “Le vocali” di Rimbaud. Ha avuto innumerevoli riconoscimenti dalla critica più autorevole e apprezzamenti dal pubblico, con mostre in tutto il mondo. Doveroso segnalare le esposizioni al Design Center di Los Angeles e di New York, al Louvre di Parigi, la mostra al Palazzo Ducale di Sabbioneta, all’Istituto Italiano di cultura di San Francisco e l’antologica al Palazzo Ducale di Guastalla. Nel 2005 il Palazzo di Giustizia di Milano gli commissiona tre opere che vanno ad affiancare una quadreria prestigiosa, insieme a De Chirico, Carrà, Sironi. Nel 2010 è presente a Milano alla Galleria San Carlo, con la mostra La caduta degli angeli ribelli. Nel 2011 la sua terra natia, a cui il maestro è legato sentimentalmente e artisticamente, gli dedica una serie di mostre: Correggio, Guastalla, Parma, Reggio Emilia, non prima però di aver presentato a San Francisco la mostra Recent Works. Nel 2012 ancora due appuntamenti importanti: a Torino con la mostra Quadricromia di bianco e materia e a Beirut in Libano alla Galleria “Les plumes”. A maggio del 2013 Palazzo Carandini di Modena ha ospitato la mostra intitolata Suite Modena. L’estate 2013 si è invece aperta con una grande esposizione a Pechino nello spazio 751 D Park Events. A settembre nel prestigioso Chiostro del Bramante a Roma la mostra L'avvento della materia. Nel 2014 tre appuntamenti importanti: a giugno al Museoteatro della Commenda di Prè a Genova, la mostra Alchimie della realtà, poi ripetuta in agosto a Palazzo Medici Riccardi a Firenze. A novembre lo troviamo al Centro Espositivo Rocca Paolina di Perugia con Sonorità materiche. Nel 2015 primo appuntamento a Milano al Palazzo Giuriconsulti, poi in ottobre sempre a Milano alla Galleria San Carlo con la personale La pittura sublime alimento dell'anima. Nel 2016 alla Casa del Mantegna Mantova la personale L'Olimpo della materia, mentre in aprile al Museo Lamborghini a Sant'Agata Bolognese celebra i 50 anni della Miura con la mostra Velocità e colore e a settembre al Castello Scaligero di Malcesine è la personale I quattro quartetti. Nel marzo 2017 al Refettorio Monastico Polironiano di San Benedetto Po Mantova si apre la personale Sulle Ali dello Spirito, a seguire nei locali della Galleria Zanini Arte. A settembre dello stesso anno alla galleria Biffi a Piacenza espone la personale La pittura come poesia e a dicembre 2018 Borghi presenta nel suo atelier il primo volume del Catalogo Generale (Editoriale Giorgio Mondadori) a cura di Giovanni Faccenda; nello stesso periodo viene inaugurata la mostra e presentato il volume Borghi Anthology, a Correggio, nella galleria Espositiva di Palazzo dei Principi. Ad agosto 2019 nella Chiesa del Purgatorio a Matera, Capitale europea della cultura 2019, tiene la personale Dentro silenzi solenni. Nel 2020 alle Scuderie di Palazzo Ducale a Castelnovo né Monti, Reggio Emilia, è la volta della personale Invocazioni. Infine, quasi in contemporanea con la mostra Emozioni Alla Chaos Art Gallery di Parma, è la grande mostra nei locali del Conad Centro Nord di Campegine Oltre il colore, dentro la materia(fino al 7 ottobre), realizzata in occasione del 60esimo anniversario della Cooperativa e corredata da un magnifico catalogo edito da Giorgio Mondadori. Ripercorrere il lungo cammino di Alfonso Borghi è come attraversare il tempo e la storia dal 1965 ai giorni nostri. Il tempo è l’essenza dell’idea racchiusa oggi nella materia di Alfonso Borghi; le sue opere sono espressione di un racconto visivo liberatorio di emozioni e sentimenti, combinazione di elementi fisici ed ideali, formali e cromatici, strettamente connessi alla storia artistica di un territorio, quello in cui Borghi è nato e cresciuto, come pittore e come uomo, ma che il tempo ha aperto alla visione del mondo. Grazie a una lunga attività espositiva e a una costante sperimentazione artistica, Borghi ha saputo coniugare sapientemente l’importanza per la terra d’origine con le esperienze internazionali. Oggi le sue opere trovano spazio in collezioni pubbliche e private e in musei italiani e europei.
Opening
Sabato 30 settembre, ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
Per info e appuntamenti: 0521.1473924
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Sede Legale presso Casa Cura Città di Parma
Piazzale Athos Maestri 5 - 43123 Parma
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L'ESSENZA PROFUMATA
a cura di Manuela Bartolotti e Laura Olivieri
9 - 27 settembre 2023
Chaos Art Gallery
Vicolo Al Leon d’oro 8. Parma
Sentiero dell’azzurro domatore di oscure stelle
continuerò il cammino. Finché l’universo si fermi nel mio cuore.
Federico Garcia Lorca
Sogni, enigmi, voli fantastici, scale senza fine, rinoceronti e arlecchini, Napoleoni appesi a un filo e domatori di rane, maschere e stelle. Il mondo di Lorenzo Dondi è un’avventura tra simboli, perdersi alla deriva di un Surreale sempre però poetico e ironico, smagliante e insieme languido, come i colori delle terre della Bassa, una volta dissolta la cortina della nebbia e la foschia dell’afa. Chissà perché poi Surrealismo e Metafisica prediligono i paesaggi piatti, deserti, le pianure o i Paesi Bassi, dove possono sorgere miraggi; forse sono luoghi da riempire di visioni interiori.
Lorenzo Dondi, cresciuto tra San Secondo e Fontanelle, dove ha avuto come mentore Giovannino Guareschi, propone in questa mostra, la sintesi della sua carriera pittorica, tra Surrealismo e Astrazione; si passa in rassegna la sua poetica e quella che lui definisce “l’essenza profumata” ovvero l’amore per la vita e per la sua famiglia. Si presenta così anche nella locandina, il ritratto di un uomo segnato dall’esistenza che porge una misteriosa mela, emblema di tentazione, ma anche di verità da cogliere, da afferrare. È l’omaggio di un artista inesauribile e innamorato, sempre sorprendente e vitale; un’occasione da non perdere.
Opening
Sabato 9 settembre, ore 17,30
Orari: da martedì a sabato 10:00-12:30 / 16:00-19:00, domenica 16:00-19:00.
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